Vorrei scrivere un post sul lievito madre, o anche più di uno.
Come crearlo, come mantenerlo sano, come usarlo, come rinfrescarlo.
Ma la verità è che ci sono articoli che lo fanno già e sicuramente meglio di me.
Non sono mai stata troppo attenta alle temperature ideali, ai tempi di rinfresco, alla forza delle farine. Non saprei spiegarvi scientificamente cosa succede e quali siano le tecniche migliori per avere un lievito madre perfetto.
Certo, ho un po’ di esperienza. Ho creato il mio lievito madre da zero. Lo conservo da quattro anni, senza mai aver temuto di doverlo buttare. Penso di avere un lievito madre abbastanza forte da essere sopravvissuto ai momenti in cui me lo dimenticavo o non avevo voglia di rinfrescarlo e facevo passare anche fino a tre settimane. L’ho usato molte volte e ultimamente ho ripreso a usarlo con più frequenza.
Ma non posso reputarmi un’esperta. Per me, il lievito madre rimane qualcosa di magico che mi regala lievitati buonissimi e se non lo fa è forse più colpa mia che sua.
Con gli ultimi impasti però mi è tornata la curiosità di capirlo meglio, di stare più attenta ai suoi tempi e di rinfrescarlo con più regolarità.
Perché come in tutte le cose, se è vero che con un po’ di fortuna si può riuscire, solo con l’impegno si può riuscire bene.
Sabato pomeriggio ho rinfrescato Gioia: 165 grammi di lievito, 165 gr di acqua, 83 gr di acqua. Di quanto ottenuto, una parte l’ho conservata nel solito barattolo di vetro (150 gr), un’altra l’ho messa da parte per i cinnamon rolls (150 gr) e un’altra l’ho messa a riposare in attesa di capire cosa farne (100 gr).
Solitamente il lievito madre va rinfrescato ogni 24 ore se tenuto fuori dal frigorifero, ogni settimana se tenuto in frigorifero.
Io quei 100 gr li ho lasciati fuori dal frigorifero dalle 15 di sabato (ora del rinfresco) alle 14 di domenica, quasi un giorno intero. Avevo quindi due possibilità. La prima era di buttarli, ma in questo periodo di scarsità di lievito e farine non me la sono sentita. La seconda era di usarli per qualche ricetta dove non serve che il lievito sia particolarmente “in forma”.
Il lievito madre infatti, a seconda della sua maturazione e del suo “stato di salute”, raggiunge il picco di forza a circa 3 ore dal suo rinfresco. Essendo trascorse quasi 24 ore, chiaramente il mio piccolo pezzo di Gioia non era certo pronto per fare pane, pizza o brioche.
E allora con questo “esubero“, cioè lievito madre non rinfrescato e con una forza ridotta, ho deciso di preparare i grissini.
Sono venuti bene? Assolutamente sì. Sono facilissimi da fare, servono pochi ingredienti ed è quasi divertente prepararli.
Anche se per il momento gli aperitivi con amici e famiglia sono rimandati, potete provarli e gustarli anche se da soli o in pochi.
Quando tutto tornerà alla normalità li prepareremo per i pranzi e per le cene che faremo intorno alle numerose, festose, rumorose tavolate.
INGREDIENTI
100 gr di lievito madre
80 gr di farina 0
30 gr di acqua
20 gr di olio evo
4 gr di sale
pepe q.b.
semi di sesamo q.b.
olio evo q.b.
PROCEDIMENTO
– Sciogliete il lievito madre nell’acqua con una forchetta.
– Poi aggiungete la farina e l’olio e mescolate ancora, sempre con una forchetta.
– Aggiungete il sale e proseguite con le mani, impastando fino a ottenere un panetto liscio e compatto.
– Ricavate dal panetto tanti piccoli pezzi di pasta e stendeteli uno a uno, facendoli scorrere tra le mani.
– Disponeteli su una teglia ricoperta di carta forno e spennellateli con un po’ di olio.
– Accendete il forno a 190°, modalità statico.
– Intanto “decorate” i vostri grissini aggiungendo semi di sesamo o pepe sulla superficie oliata.
– Infornate e cuocete per circa 30 minuti, fino a farli leggermente dorare.
– Sfornate i grissini e fateli raffreddare.
Gustateli semplicemente così o con salumi, formaggi o creme di verdure o legumi.
NOTE
– Potete variare il tipo di farina usata, mixando per esempio farina 0 con farina di semola o usando farine particolari come quella di farro o segale.
– Aggiungete spezie o erbe aromatiche direttamente nell’impasto (pepe, curcuma, origano…) per avere grissini più particolari.