Biscotti con farina di avena e cioccolato

Oltre che di gelato, vivrei di biscotti.
Penso di conoscere tutti i tipi di tutte le marche che si trovano sugli scaffali del supermercato.
Da bambina latte e biscotti era la mia colazione preferita. Finivo un pacco da 350 gr in due giorni e mia mamma mi rimproverava di mangiarne troppi.. forse perché quando mi accorgevo che stavo per finire il latte, ne aggiungevo ancora un po’ per poterci inzuppare altri biscotti.
Questa cosa me la sono portata avanti per anni, anche quando da adolescente saltavo la colazione, ma recuperavo a merenda o a cena.
Poi con gli anni ho scoperto che potevo fare colazione anche con altro, e finalmente ho perso questa “dolce” abitudine.
Ora nella mia dispensa ci sono solo biscotti secchi e biscotti al cacao per Matte, ma ogni tanto la sera capita ancora di aprire il pacco di biscotti e mangiarne fino a perdere il conto.

Eppure, penso di aver fatto pochissimi biscotti rispetto a torte e crostate, da quando faccio dolci. Un po’ perché l’idea di stenderli, tagliarli e fare più infornate mi dà l’idea di essere una preparazione più lunga rispetto al fare una torta; un po’ perché so che li finirei in tempo zero.

Questi biscotti però sono la giusta soluzione a entrambi questi problemi: si preparano in venti minuti e non servono mattarello e taglia biscotti, e sono molto leggeri: niente uova, niente burro, niente zucchero, quindi più sani della maggior parte dei biscotti che si trovano al supermercato.

“E allora cosa c’è dentro?”, “Non sapranno di nulla”.
Cambiando modo di mangiare, mi sono abituata a sapori molto meno dolci, più naturali. Spesso mi accorgo che le cose che prima trovavo “normali”, ora le reputo “troppo dolci”. Lo zucchero lo conservo in dispensa per crostate, creme e torte ma quando replico le ricette fatte dagli altri riduco sempre le quantità di zucchero indicate di almeno 20/30 grammi.
Quindi sarà soggettivo, ma questi biscotti sono deliziosi: hanno un sapore deciso di avena e l’olio di cocco gli dona un profumo particolare. L’assenza di zucchero li rende poco croccanti, lasciandoli morbidi al centro.

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Sono ottimi inzuppati in thé o latte, a colazione, o mangiati a merenda per accompagnare yogurt o caffè.
E sono adatti a tutti perché non contengono derivati animali, quindi perfetti per chi segue un’alimenatazione vegana.

INGREDIENTI (per 12 biscotti)
190 gr di farina di avena
80 gr di farina di mandorle
120 gr di latte vegetale (io di riso)
30 gr di cioccolato fondente
2 cucchiai di sciroppo di agave
2 cucchiai di olio di cocco
1 pizzico di sale

PROCEDIMENTO
– Versate le farine in una ciotola, poi aggiungete il latte, l’olio di cocco e il pizzico di sale e mescolate bene.

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– Aggiungete anche lo sciroppo di agave e continuate a mescolare.
– Tagliate grossolanamente il cioccolato e aggiungetelo all’impasto. L’impasto deve risultare abbastanza morbido da essere lavorato e non deve sbriciolarsi (se così fosse, aiutatevi con un goccio di latte).
Nota: per comodità potete anche usare le gocce di cioccolato.

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– Accendete il forno a 180°, modalità statico e foderate una teglia con un foglio di carta da forno.
– Formate tante palline, cercando di farle tutte uguali (altrimenti i biscotti avranno tempi di cottura diversi!), e poi schiacciatele delicatamente con un bicchiere per ottenere tanti dischi alti circa 1 cm.

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– Disponete i biscotti sulla teglia e infornateli. Fateli cuocere per 25/30 minuti.Nota: ogni forno è diverso, devono risultare leggermente dorati.

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– Sfornateli e fateli raffreddare completamente prima di mangiarli.

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Si conservano per 3/4 giorni in un contenitore a chiusura ermetica.

NOTE
– Potete usare un mix di farine diverse (integrale, farro, grano saraceno ecc.).
– Potete aggiungere all’impasto anche un po’ di cannella o di zenzero in polvere, per renderli più speziati.

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Bagels con lievito madre

Quando mi sono trasferita, quasi sette mesi fa, ho portato con me soltanto un paio di romanzi non ancora letti e qualche saggio in inglese o italiano da studiare. E a quelli se ne sono aggiunti altri tre o quattro acquistati recentemente, su microcopy, project management, analytics.

Ma a casa mia “vecchia”, come la chiamo io, ho ancora tanti libri, accumulati negli anni: dai romanzi letti al liceo a quelli dei miei autori preferiti, dai libri in francese a quelli che mi sono stati regalati. E poi ci sono i libri di cucina. Quanti libri di ricette che ho comprato.. e magari nemmeno mai letto.

Ne ho recuperato qualcuno, tra i tanti chiusi un una scatola, e sabato mattina li ho sfogliati. Cercavo il modo per usare il lievito madre che non fosse il pane. Ho aperto “Pasta madre”, di Riccardo Astolfi, che mi ha regalato qualche anno fa mia mamma, poco dopo aver creato Gioia, il mio lievito madre. Lì ho trovato la ricetta dei bagels e mi sono messa subito a impastare!

I bagels sono panini che arrivano dagli States, anche se vantano origini ebraiche. Si tratta di panini tondi, più o meno grandi, caratterizzati da un piccolo buco al centro, una superficie fragrante e ricoperta di semi e un interno morbido. Negli USA si trovano ovunque, in moltissime versioni, e si mangiano in qualsiasi momento della giornata, anche a colazione. I bagels infatti sono perfetti per abbinimamenti sia dolci che salati. La farcitura classica è a base di salmone affumicato, formaggio spalmabile e avocado, ma si sposano benissimo con prosciutto crudo, mozzarella, pomodoro e spinacino (per una versione all’italiana!) o con burro di arachidi e confettura, per rimanere più vicini alla tradizione americana.
In qualsiasi modo voi li mangiate, sono deliziosi e facili da fare.

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INGREDIENTI
500 gr di farina 0
250 ml di acqua
150 gr di lievito madre rinfrescato
25 gr di zucchero
50 ml di olio
10 gr di sale
+ semi misti q.b e 1 uovo

PROCEDIMENTO
Indico anche gli orari per darvi un’idea dei tempi necessari alla preparazione.

  • Ore 12.30: in una ciotola capiente sciogliete il lievito madre rinfrescato da almeno 3 ore nell’acqua leggermente tiepida, aiutandovi con una forchetta.
  • Aggiungete la farina e mescolate ancora con la forchetta, fino a far assorbire tutti i liquidi.
  • Unite l’olio e lo zucchero, cercando di incorporarli prima con una forchetta e poi iniziando a impastare con le mani.
  • Per lavorare meglio l’impasto, mettetelo l’impasto su un piano da lavoro leggermente infarinato. A questo punto aggiungete il sale e impastate ancora fino ad avere un impasto sodo e omogeneo.

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– Ore 13: trasferite l’impasto in un contenitore pulito, copritelo con pellicola e fatelo lievitare per 5/6 ore, a seconda della temperatura presente in casa.
Io l’ho lasciato lievitare dalle 13 alle 19, quindi circa sei ore.
– Trascorso il tempo di riposo della prima lievitazione, prendete l’impasto e dividetelo pezzi di 100 gr ciascuno. Io ne ho ricavati 9 in totale.

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– Ore 19.00: formate delle palline, poi disponetele su una teglia di carta forno e fate lievitare per un’ora in forno spento con luce accesa, coperte da pellicola.

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– Ore 20: accendete il forno a 190°, modalità statico, e in una ciotolina sbattete un uovo e tenetelo da parte. Mettete sul fuoco una pentola di acqua.
– Ore 20.15: trascorsa anche la seconda lievitazione, prendete le palline e formate il classico buco al centro, con un dito. Assicuratevi che sia ben definito anche se non necessariamente largo, altrimenti in cottura il bagel tenderà a chiudersi.

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– Bollite i bagels per circa minuto in acqua bollente, mettendone dentro uno alla volta. Una volta tirati fuori dall’acqua, disponeteli su una teglia coperta di carta forno. Potete usare la stessa usata per la lievitazione. Io ne ho disposti 4 in una teglia tonda e 5 nella teglia rettangolare usata per la lievitazione, per lasciare abbastanza spazio tra un bagel e l’altro.
– Spennellate i bagels con un po’ di uovo e decorateli con semi misti (io ho usato quelli di sesamo e girasole).

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– Infornate e fate cuocere per 30/35 minuti circa: il bagel deve assumere un bel colore dorato e anche il fondo deve colorarsi. Se necessario, proseguite la cottura per alcuni minuti.
– Una volta pronti sfornateli e fateli raffreddare leggermente prima di tagliarli e farcirli.

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Conservateli in un luogo asciutto, chiusi in un contenitore: sono buoni anche il giorno dopo.

NOTE
– Potete usarli anche come pane per burger, di carne o vegetariani, conditi con salse e verdure.
– Dopo la cottura, potete anche congelare i bagels per conservarli più a lungo.

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Nana ice cream

Quante volte abbiamo rimandato cose per poi scoprire che farle prima sarebbe stato meglio?
Oggi pomeriggio mi sono sentita esattamente così, dopo aver preparato in cinque minuti (e mangiato in due!) un ottimo nana ice cream.
Non mi sono dimenticata nessuna lettera. Si chiama proprio così il “banana ice cream“, in italiano “gelato di banana“. Deve il suo nome all’ingrediente principale di cui è fatto, la banana, e alla consistenza, che ricorda in tutto e per tutto quella del classico gelato.

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Ormai è qualche anno che circola nelle pagine social e nei blog di ricette più o meno fit, ma io non l’avevo mai provato.
Sul fatto che fosse decisamente più salutare del classico gelato non avevo dubbi, ma ero un po’ scettica sulla consistenza.
Io vivrei di gelato. Ho passato estati in cui andavo ogni giorno nella gelateria dietro casa a comprarne una coppetta sempre generosamente riempita; mi piace provare i gusti più strani, poi lamentandomi puntualmente che forse sarebbe stato meglio optare per i classici nocciola e cioccolato; recensisco le vaschette di gelato come se fossero piatti stellati. Negli ultimi giorni poi, saranno i quasi cinquanta giorni di quarantena o le giornate che diventano più calde, ma nel mio freezer il gelato non manca mai e ogni sera ne mangio un po’.
E ora va bene che in estate un giorno sì e uno no fanno girare la notizia sul fatto che il gelato sia sano e possa sostituire i pasti, ma contiene zuccheri e grassi, quindi proprio benissimo non fa se mangiato in grandi quantità.

Allora mi è sembrato il momento giusto per provare il celebre nana ice cream, più sano e leggero, visto che è fatto soltanto con banane e un goccio di latte. Due soli ingrendienti per una merenda fresca e buonissima. Se invece decidete di aggiungere cacao, cannella o scaglie di cioccolato (e qualsiasi altro ingrendiente), otterrete gusti sempre diversi. L’importante è mantenere la banana come ingrediente principale: contiene poca acqua rispetto ad altri tipi di frutta ed è molto zuccherina. Ciò consente al nana ice cream di non ghiacciare totalmente e di mantenere la consistenza adatta per poterlo chiamare tale.
Io vi consiglio di prepararne in abbondanza, aumentando le dosi indicate, e conservarlo in freezer in una vaschetta chiusa. Basterà tirarlo fuori poco prima di mangiarlo, per avere sempre un po’ di gelato pronto per la merenda.

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INGREDIENTI
2 banane medie
3 cucchiai di latte (vaccino o vegetale, a scelta)

PROCEDIMENTO
– Tagliate le banane a rondelle e mettetele nel congelatore per almeno un paio di ore.
– Trascorso il riposo in freezer, tirate fuori le fette di banana e mettetele nel vaso contenitore di un frullatore.
– Aggiungete il latte e frullate per circa 1 minuto. In pochissimo tempo avrete ottenuto una crema densa, che ricorda esattamente la consistenza del gelato.

Servite subito, altrimenti mettete il gelato in un contenitore e conservatelo in freezer.

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NOTE
– Potete arricchire la vostra merenda aggiungendo al nana ice cream frutta secca, frutta fresca o scaglie di cioccolato.
– Io lo trovo già abbastanza dolce, ma se preferite potete aggiungere un cucchiaino di miele per addolcire ulteriormente il gelato.

Focaccia veloce con lievito madre

C’è chi se pensa alla focaccia torna ai pranzi d’estate in spiaggia sotto l’ombrellone, con i capelli bagnati e le mani piene di salsedine.
C’è chi se pensa alla focaccia torna ai sabato mattina dal panettiere di fiducia, dimenticando una settimana di cibo leggero e di lavoro pesante.
C’è chi se pensa alla focaccia torna a quando era bambino, con la merenda dopo la scuola davanti ai cartoni animati.

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Io se penso alla focaccia torno al liceo, quando scendevo al bar della scuola poco prima dell’intervallo per prendermi il mio pezzo di focaccia calda.
Poi per anni credo di non averne più assaggiata nemmeno un po’ e anche oggi è raro che la compri o la mangi. La collego ancora alle cose poco sane, da evitare, e poi al salato ho sempre preferito il dolce.
Ma negli anni ho imparato ad avere il giusto equilibrio: ora se voglio concedermi qualcosa di buono lo faccio senza troppi problemi. E poi in questi giorni di quarantena mi viene spesso voglia di mangiare cose che non mangio da tempo: prosciutto crudo, spaghetti, focaccia.

Ieri avevo appena rinfrescato Gioia, dopo aver finalmente recuperato un pacco di farina manitoba. Avrei potuto farci il pane, ma avrebbe dovuto lievitare tutta la notte. Allora ho cercato una ricetta con tempi di lievitazione “veloci”, l’ho un po’ aggiustata e.. alle 21.30 ho sfornato una teglia di focaccia calda.

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Visti i tempi “rapidi” di lievitazione non mi aspettavo un risultato così: la focaccia è venuta soffice all’interno e più croccante all’esterno, con una doratura quasi perfetta e un’alveolatura niente male. In totale, tempi di riposo del lievito madre a parte, ci ho messo circa sette ore: non è poco, ma molto meno rispetto ad altri lievitati.
Però la prossima volta dovrò ricordarmi di stendere la focaccia un po’ meno sottile e di ricoprirla con ancora più olio e acqua.

Nota: nella ricetta le quantità da usare sono già aggiornate.

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INGREDIENTI
210 gr di farina 00
110 gr di farina 0
80 gr di semola rimacinata
250 ml di acqua tiepida
200 gr di lievito madre rinfrescato
9 gr di sale
2 cucchiai di olio
+
sale grosso q.b.
6 cucchiai di acqua
6 cucchiai di olio

PROCEDIMENTO
Indico anche gli orari per darvi un’idea dei tempi necessari alla preparazione.

– Ore 12.00: rinfrescate il lievito madre e lasciatelo fuori dal frigo per almeno 3 ore.
– Ore 15.00: in una ciotola capiente mettete il lievito madre e l’acqua tiepida e mescolate con una forchetta fino a far sciogliere completamente il lievito.

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– Aggiungete le farine e mescolate bene, fino a far assorbire tutti i liquidi.
– Iniziate a impastare con le mani, aggiungendo anche l’olio e il sale.
– Spostate l’impasto su una spianatoia e continuate a impastare per circa 10 minuti, fino ad avere un impasto compatto, liscio ed elastico.

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– Ore 15.30: formate una palla e mettetela in un contenitore di vetro. Copritelo e mettetelo a riposare in forno spento con la luce accesa. Ciò vi permette di creare la temperatura adatta per la lievitazione.

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– Ore 18.30: dopo tre ore l’impasto sarà lievitato e pronto per le pieghe. Trasferitelo su un piano da lavoro leggermente infarinato, stendetelo piano piano con le dita, formando una specie di rettangolo (non deve essere preciso).
Ripiegate una delle estremità verso il centro e poi procedete anche con l’altra, che andrà a sovrapporsi alla prima estremità piegata, come se voleste piegare il rettangolo in tre. Fate roteare l’impasto tra le dita e ridategli una forma tondeggiante, poi ripetete l’operazione delle pieghe.
Nota: l’operazione delle pieghe serve per eliminare l’aria in eccesso nell’impasto e allo stesso tempo per farne inglobare altra e proseguire la lievitazione. Sono alle prime armi con le pieghe anche io e la prossima volta provo a fotografare i vari passaggi per renderli più chiari.
– Ore 19: rimettete l’impasto nella ciotola e fatelo lievitare un’altra ora in forno spento con luce accesa.

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– Ore 20: prendete una teglia rettangolare o rotonda, rivestitela di carta forno ed oliatela bene. Stendete l’impasto direttamente sulla teglia, aiutandovi con le dita.
– Mettete la teglia in forno e fate lievitare per un’altra ora, sempre in forno spento con luce accesa.

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– Ore 21: tirate fuori la teglia dal forno, accendetelo e portatelo a temperatura: 230°, modalità statico.
– Intanto mischiate olio e acqua e versatelo sulla superficie della focaccia.
– Mettete sale grosso a piacere prima della cottura.

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– Infornate e fate cuocere per circa 20 minuti, fino a doratura della focaccia.
– Sfornate e fate intiepidire.

La focaccia è ottima ancora tiepida, mangiata con formaggi, salumi o semplicemente da sola. Ed è buona anche il giorno dopo, fredda o leggermente riscaldata.

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NOTE
– Conservate la focaccia coperta da un canovaccio per al massimo un paio di giorni oppure congelatela e tiratela fuori all’occorrenza.
– Potete provare versioni alternative mettendo in superficie olive, pomodorini o cipolle.

Torta rovesciata di arance

Non vedo l’ora di tornare a uscire. Di andare a correre. Di entrare al supermercato solo per comprare il pane. Di mangiare con la mia famiglia. Di fare Crossfit. Ma nell’attesa non mi perdo d’animo, cerco di concentrarmi sul lavoro, mi godo le giornate più lente e penso alle cose positive che non credo avrei mai fatto se non fossimo stati obbligati, all’improvviso, più di quaranta giorni fa, a fermarci e stare a casa.
Non avrei mai ripreso a scrivere ricette, non avrei mai convinto Matte ad allenarsi con me, non avrei sfornato pane e brioche. E non avrei mai trovato le forze e la vaglia di preparare una torta il venerdì sera.

Fino a qualche settimana fa, arrivavo al venerdì sera esausta. Per la sveglia che ogni giorno suonava alle 6, per gli allenamenti ogni mattina, per il lavoro e le corse avanti e indietro per incastrare tutto. La calma a cui invece siamo costretti in questo periodo forse ci annoia, un po’ ci stupisce, ci stressa, ma sicuramente ci fa essere meno stanchi.

E allora ieri alle 22 ho acceso il forno e preparato una torta che non avevo mai fatto prima: la torta rovesciata all’arancia.
Ci vuole poco a prepararla, un po’ di più per cuocerla e aspettare che si raffreddi. Ma vale la pena attendere, perché è una delle torte più buone fatte negli ultimi mesi: soffice, profumata, deliziosa.

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Avevo sempre snobbato le torte rovesciate per paura che, una volta capovolte, si distruggessero perché avevano caramellato male. E invece è stato più semplice del previsto e l’effetto è riuscito!

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Per la ricetta ho preso ispirazione dal blog di Simona, di cui ho replicato tante torte! Ho ridotto la quantità di zucchero, omesso la glassatura finale e sostituito l’olio di semi con quello di cocco.

INGREDIENTI
350 gr di farina 00
150 gr di zucchero semolato
70 gr di olio di cocco
3 uova
4 arance (medie)
1 cucchiaio di marmellata di arancia
1 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale
burro q.b.
zucchero semolato q.b.

PROCEDIMENTO
– Foderate con carta forno una tortiera con cerniera di 22/24 cm di diametro.
– Imburrate leggermente la carta forno, poi spolverate tutta la superficie con un paio di cucchiai di zucchero.
– Tagliate due arance a fette sottili (2/3 mm) e disponete le fette nella tortiera. Cercate di occupare tutti gli spazi, tagliando a pezzi più piccoli le fette di arancia.
– Versate due cucchiai di zucchero sopra le fette di arancia e mettete da parte la tortiera.

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– In una ciotola capiente unite le uova intere, lo zucchero, la cannella, il sale e la scorza di una delle arance. Mescolate prima con un cucchiaio di legno, poi usate una frusta elettrica e sbattete tutto per un paio di minuti.
– A questo punto aggiungete l’olio di cocco (morbido) e frullate ancora.
– Poi unite anche la farina e il lievito setacciati e mescolate ancora.
– Per ultimo unite il succo di due arance (usate anche quella a cui avete tolto la scorza!).
– Mescolate bene fino ad avere un composto omogeneo, poi versatelo nello stampo e distribuitelo delicatamente, per evitare di spostare le fette di arancia.

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– Accendete il forno a 180°, modalità statico.
– Quando il forno è caldo, infornate la torta e fatela cuocere a 175/180° per circa 35/40 minuti. Controllate la cottura con uno stuzzicadenti, se esce pulito il dolce è pronto.
– Sfornate la torta e lasciate raffreddare per 15 minuti.

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– Togliete l’anello dello stampo e rovesciate la torta su un piatto da portata. Rimuovete delicatamente la carta forno e fate raffreddare.

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Io non ho resistito e l’ho assaggiata ancora tiepida. Ma oggi a colazione era ancora più buona.

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NOTE
– Conservate la torta in un contenitore a chiusura ermetica o in un porta torte. Rimane buona per 2/3 giorni.
– Potete sostituire le arance con i limoni, oppure usare farine diverse da quella 00.